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Il singolare episodio è accaduto in un appartamento nel quartiere di Legino, a Savona, dove al rientro delle ferie estive, la proprietaria ha visto spuntare rapidamente al centro del suo pavimento un nutrito cespo di spore funginee.
Questa strana proliferazione, secondo gli esperti, sarebbe dovuta alla scarsa qualità del pavimento legno di origine cinese, sprovvisto di certificazioni che attestino i trattamenti effettuati. Il parquet, infatti, secondo una direttiva europea del 2013, deve presentare la certificazione D.O.P. (Declaration of Performance) che assicura che tutti i materiali edili rispettino determinate caratteristiche prestazionali in riferimento alla loro provenienza, all’ uso previsto e al contenuto di sostanze nocive.
La Cina, negli ultimi tempi, si sta affermando sul mercato europeo per quanto riguarda l’export dei pavimenti in legno. La diffusione di parquet cinesi è dovuta principalmente al loro basso costo sul mercato: circa il 20-30% in meno di quello della produzione in legno di quercia europea. Basti pensare che una plancia Made in Italy viene venduta a circa 130 euro al metro, mentre quella prodotta nei paesi asiatici costa al massimo di 25 euro.
Ma la convenienza non sempre è sinonimo di qualità. Dietro questo ‘risparmio’ si nascondono dei rischi, in primis per la salute. La lunga esposizione a contatto con queste superfici può causare reazioni allergiche. Alcuni parquet cinesi, infatti, non sono trattati correttamente o, peggio ancora, sono trattati con vernici tossiche, che rilasciano sostanze nocive per la salute, soprattutto dei bambini. In lacuni prodotti, dopo alcune analisi, è stata riscontrata un’elevata presenza di formaldeide e l’impiego di colle con un elevato grado di tossicità, oppure trattamenti con soda caustica per sbiancare il legno.
Per i non addetti ai lavori risulta quasi impossibile distinguere il legno di quercia europeo dalla versione cinese, di qualità nettamente inferiore. Questa singolare vicenda sottolinea l’importanza di scegliere sempre un pavimento di qualità certificata e di acquistarlo da produttori ed artigiani parchettisti esperti.
Prima dell’acquisto, infatti, è sempre buona prassi richiedere:
In Cina i parquet sono prodotti principalmente con legno di quercia proveniente da tutto il mondo. Inoltre, per lo strato superiore delle assi viene utilizzato l’alburno, ovvero il legno morbido (meno resistente) ricavato dalla parte più esterna dell’albero, dove scorre la linfa grezza. In Europa l’alburno viene utilizzato solo per il lato inferiore del pavimento, e in misura ridotta.
Rispetto al metodo di produzione europeo, le tecniche di lavorazione delle industrie del parquet asiatico sono molto meno rigorose e affidabili. Le assi, ad esempio, non vengono essiccate lentamente e ciò contribuisce a renderle instabili.
Il legno proveniente dall’oriente non è trattato come quello italiano. I trattamenti servono proprio ad impedire la nascita di qualsiasi tipo di fungo, mentre l’uso di determinati impregnanti e vernici garantisce al legno una resistenza maggiore agli agenti aggressivi.
In Europa, inoltre, vengono garantiti controlli costanti sulla lavorazione tecnica del legno. Le certificazioni, obbligatorie per legge, sono importanti proprio perché attestano tutti i trattamenti che vengono effettuati.
I parquet cinesi costano di meno, ma tendono anche ad essere meno resistenti. Questa caratteristica viene fuori dopo l’installazione o quando occorre una riparazione.
Una differenza utile a riconoscere il parquet prodotto in Cina possono essere le misure. Il parquet cinese non è il risultato di una produzione artigianale, bensì di una produzione di massa. Le misure delle assi sono standard per essere trasportate nei container. Per questo la maggior parte delle assi misura 1.860 mm di lunghezza, 189 mm di larghezza e 15 mm di spessore.
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